Ideologia e geopolitica all ombra della Guerra Fredda

D. Artico, B. Mantelli

Ideologia e geopolitica all ombra della Guerra Fredda

Il primo dopoguerra fu segnato in Europa da un’ondata di sconvolgimenti rivoluzionari, il secondo dallo stabilirsi e dall’assestarsi delle contrapposte sfere egemoniche delle superpotenze. La radice della differenza non sta in un vero o presunto protagonismo di massa prima, a cui corrisponderebbe una minore effervescenza dopo, quanto nel fatto che nel primo dopoguerra le potenze vincitrici (l’Intesa) non avevano un progetto strategico di controllo territoriale: alcuni miravano a una ristrutturazione utopica dello spazio mitteleuropeo, altri intendevano semplicemente riproporre schemi tradizionali di alleanza interstatuale; inoltre nel 1918 le potenze dell’Intesa non invasero totalmente il territorio degli sconfitti, cosa che lasciò spazio, nel collasso intervenuto di parecchie delle statualità precedenti, prevalentemente di quelle imperiali, ad esperimenti politici soi-disant rivoluzionari, di breve o di lunga durata questi si rivelassero. Ben differente il quadro che si sarebbe presentato trent’anni dopo: i vincitori, trasformati in superpotenze (USA e URSS) proprio dalla vittoria, avrebbero imposto ciascuno il proprio ordine nella propria sfera egemonica. Cosa che non volle dire la scomparsa delle contraddizioni e dei conflitti preesistenti, ma semplicemente il fatto che essi poterono manifestarsi solo in forme oblique e trasversali, come i saggi di questo volume cercano di esemplificare.

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