L’Età delle migrazioni forzate.

Eta_migrazioni_forzateAntonio FERRARA, Niccolò PIANCIOLA


L’Età delle migrazioni forzate. Esodi e deportazioni in Europa (1853-1953).

«Il secolo successivo alla guerra di Crimea è stato caratterizzato dalla maggiore ondata di migrazioni forzate della storia europea, e forse mondiale. In Europa e in Anatolia circa 30 milioni di persone furono deportate o costrette a emigrare. Questi spostamenti, che avevano come obiettivo la rimozione di una o più categorie di popolazione, identificate secondo criteri sociali (appartenenza a un ceto o a una classe) o culturali (lingua, religione), possono essere considerati episodi di vera e propria chirurgia demografica».

Fra la guerra di Crimea e la morte di Stalin (1853-1953) circa trenta milioni di persone in Europa vennero espulse, deportate o costrette a emigrare. L’area interessata coincise con l’”Europa di mezzo”, divisa fino alla Prima guerra mondiale fra gli imperi zarista, tedesco, asburgico e ottomano. Il fenomeno si concentrò soprattutto nella prima metà del Novecento, a partire dalle guerre balcaniche, toccando l’apice con i due grandi regimi totalitari sovietico e nazista. Spaziando dalla Russia asiatica ai profughi istriani di casa nostra, il volume affronta per la prima volta in maniera complessiva il drammatico tema delle migrazioni forzate che, spesso intrecciandosi a pratiche di pulizia etnica e a episodi di sterminio, hanno accompagnato la complessa riconfigurazione dell’Europa e dei suoi confini nel corso del XX secolo.

Antonio Ferrara collabora con la Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Napoli e con l’ANVUR; ha pubblicato saggi sulla storia e la storiografia delle migrazioni forzate in Europa sul “Journal of Contemporary History”, “Storica” e “Contemporanea”. Niccolò Pianciola insegna alla Lingnan University di Hong Kong; si occupa di storia russa, sovietica e dell’Asia Centrale e ha pubblicato “Stalinismo di frontiera” (Viella, 2009; premio Sissco 2010).

Il Mulino

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